Sarà stata anche solo una
'simulazione' ma l'esperienza è stata indimenticabile. Anna Rosa
Rubinetti, 19enne di Igea Marina, all'ultimo anno del Liceo delle
Scienze Umane delle Maestre Pie di Rimini, per una settimana, dal 14
al 21 marzo 2017, è stata protagonista, con altri 5000 giovani dai
16 ai 22 anni da tutto il mondo, del programma 'Studenti
Ambasciatori alle Nazioni Unite' (National High School Model United
Nations). Ovvero, la più grande e completa simulazione dei processi
diplomatici multilaterali dedicata agli studenti più meritevoli
provenienti dai più illustri Istituti Superiori del mondo, che si
riuniscono presso il Palazzo di Vetro, Quartier generale delle
Nazioni Unite di New York.
Anna Rosa, come è iniziata questa
'avventura'?
Tutto ha avuto inizio ad ottobre 2016,
quando i rappresentati IDA (Italian Diplomatic Academy) sono venuti a
scuola a presentarci il progetto. Dopo aver passato il test di
ingresso, ogni martedì mi dovevo ritrovare nel Liceo Marie Curie di
Savignano, che riuniva tutti noi 25 ragazzi della zona, ma io ero
l'unica di Rimini. Grazie a professori universitari che tenevano le
lezioni, abbiamo scoperto come è organizzata l'Onu, la situazione
economica di molti Paesi in conflitto e soprattutto, come
l'ambasciatore svolge il suo lavoro.
Quando avete iniziato ad entrare nel
vivo del progetto?
Ci hanno assegnato il Botswana, lo
stato che io e la mia compagna dovevamo rappresentare nella
commissione dell'Unione Africana (AU). La simulazione riproduce
integralmente la struttura dell'ONU e impegna i ragazzi a studiare la
politica, la geografia e l'economia del Paese da rappresentare. Scopo
dei partecipanti infatti è farsi portavoce degli interessi del Paese
assegnato, all'interno dei singoli organi e agenzie dell'ONU.
Di cosa vi siete occupati, in
particolare?
In Italia abbiamo preparato un
resoconto sulle condizioni economiche e sociali di quel Paese,
riguardo ai problemi che la nostra commissione dell'Onu ci aveva
assegnato: il bracconaggio di flora e fauna e il diritto alla libertà
di stampa.
Poi sei volata negli USA.
Questi temi li abbiamo poi discussi
proprio a New York, nel Palazzo di Vetro, assieme agli altri ragazzi
provenienti da tutto il mondo, cercando proporre soluzioni per i
problemi assegnati. I primi tre giorni li ho trascorsi discutendo e
confrontandoci, per arrivare poi a formulare una proposta che potesse
mettere d'accordo anche i rappresentanti degli altri stati. Il quarto
giorno infine, siamo andati a presiedere nell'Aula dell'Assemblea
Generale, dove i rappresentanti di ciascuna commissione hanno esposto
le risoluzioni ottenute. Gli studenti, in qualità di delegati, hanno
dovuto rivestire il ruolo non solo di diplomatico, ma anche di
giurista, di economista ed esperto di relazioni internazionali.
Come è andata?
È stato emozionante sentire le proprie
idee presentate alla platea!
Il resto della settimana come
l'avete trascorsa?
Ci siamo dedicati alla visita di New
York: dal MOMA al MET, dal Guggenheim al Museo di Storia Naturale,
non dimenticandoci certo della visita alla Statua della Libertà e
della vista mozzafiato della città di notte dall'Empire State
Building!
Come è stato il rientro in Italia?
...vissuto con grande rammarico!
Il bilancio di questa esperienza?
È stata fantastica, unica e l'ho
scoperta solo grazie alla mia scuola! Per questo desidero ringraziare
la Preside del Liceo delle Maestre Pie, sr. Anna Maria Rossetti, per
avermi dato questa grande opportunità che rimarrà per sempre
impressa in me.
Da grande cosa vuoi fare?
L'ambasciatrice?
Beh, il mio desiderio sarebbe quello di
diventarlo anche se la strada è davvero molto lunga! Infatti sto
pensando di iscrivermi, all'Università, a Relazioni internazionali.
Ci voglio credere, rimanendo comunque coi piedi per terra!