mercoledì 10 novembre 2010

Silvio e il Mule

Questo lo devo scrivere, perchè non mi lascia in pace. 
Berlusconi. Berlusconi è 'sceso' in politica (perchè prima stava in alto, e la politica è piccola, rasoterra, che le puoi pure dare un calcio che tanto non se la fila nessuno) nel 1994, quando ho compiuto 18 anni e ho potuto votare per la prima volta. In pratica, il suo nome, il suo simbolo, è sempre stato in tutte le schede che ho votato nella mia vita. Oggi ho 34 anni, sono passati 16 anni, e lui è ancora lì. A parlare di famiglia (dopo aver divorziato, tradito la seconda moglie, passato in rassegna una lunga fila - a leggere i giornali - di donne che, l'ha detto lui, gli piacciono: "e che ci posso fare? mi piacciono le donne. alla mia età non cambio." "Meglio puttaniere che gay".), di bene comune (quando ha fatto della sua/delle sue imprese una delle ragioni di vita), di politica (cioè un qualche cosa che ha a che fare con il cittadino, con la città, una vocazione di dono agli altri, la più alta forma di carità, da lui scambiata sicuramente per qualche cosa più prossimo ai propri bisogni individuali). Fra barzellette, bestemmie, avvisi di garanzia, feste, ricchezza, ville, denaro - tanto, tanto, tanto denaro - sempre indenne, sempre vivo, dopo polemiche che avrebbero stroncato un Clinton, un Miterrand, uno Zapatero qualunque. Eppure lui è ancora lì, a governare (?) un Paese, il mio, allo sbando, vessato da una politica che è uscita dalle piazze per entrare nei salotti Tv, da polemiche che non hanno niente a che fare con la gente comune - che prona morbosamente assiste a tutto quello che passa il MediaConvento - da problemi a cui non si trova soluzione. Ora siamo alla stretta finale: riuscirà Fini a farlo cadere? 
Ma la mia riflessione non è questa: questo è un dato di fatto, una storia che, più o meno, tutti conoscono.
La mia riflessione nasce dalla semplice constatazione che Silvio ha 74 anni e tra un po' dovrebbe, per raggiunti limiti di età, morire (se non lascia la politica prima, ma c'è da scommetere che non lo farà). Mettiamo che muoia. Come verrà ricordato il suo impegno politico? Per quali risultati? Per quali barzellette? Per quali milioni di posti di lavoro? Io credo che, con il senno di poi, tra trent'anni, guarderemo a questo periodo come ad un sogno, o un incubo, a qualche cosa che non sarà più possibile ripetere, a qualche cosa che non sembra nemmeno vero. Nessun politico potrà fare come lui, perché nessuno avrà il coraggio di osare tanto, sfidando le leggi, il buon senso, il costume, l'etica, la morale, la religione, l'amore. Nessuno potrà portarsi belle donne a Palazzo Grazioli o altrove, nessuno ci diletterà con le sue passioni musicali o sessuali. Dovremo per forza tornare a parlare di politica e a vivere la politica, soprattutto, in un modo diverso, più vicino alla gente. Anche lui è stato vicino alla gente, ma in modo subdolo, facendo appello agli istinti più bassi, alle curiosità più morbose; come ha scritto Severgnini, Berlusconi ci piace perché c'è un po' di Berlusconi in tutti noi. E ha ragione.
Ma, dicevo, tutto questo sta per finire, fra poco e come potremo valutare il suo tempo? Un tempo pazzo, involuto, sprecato forse; la fine di un sogno da cui riemergeremo più poveri, disillusi, stanchi. 
In un libro di Isaac Asimov, "Fondazione e Terra "(pubblicato in origine come "Il crollo della Galassia centrale"), secondo capitolo del Ciclo della Fondazione, il Piano Seldon è minacciato. Hari Seldon, uno scienziato, aveva inventato la psicostoriografia, una scienza matematica con la quale si poteva 'capire', a grandi spanne, come sarebbe andato il futuro. Il Piano Seldon sembra svolgersi correttamente: ad ogni crisi intergalattica, sopraggiunge la soluzione che Seldon ha predetto (ma che lui stesso, in filmati registrati proiettati nella "volta delle stelle", racconta solo a posteriori, per non condizionare gli esseri umani nelle loro azioni). Ma Seldon non ha considerato il Mule. Un essere mutante, capace di usare la forza del pensiero per piegare i nemici al suo volere, che rapidamente conquista buona parte dell'universo. Il Mule viene a sapere che esiste una 'seconda Fondazione' (la prima, con il suo arrivo, ha 'fallito' e il Piano Seldon è andato a rotoli) e si mette alla sua ricerca per distruggerla ed avere il controllo della galassia. Non andrà così. La sua memoria, la sua volontà, sarà 'cancellata' dagli uomini della seconda Fondazione: il Mule, pur continuando a governare, dimenticherà di questa sua ricerca, morendo quasi da imperatore 'illuminato'. Del Mule non resta traccia.
Un'anomalia, nel Piano Seldon, come Berlusconi è un'anomalia nel Piano Italia. E' questa la mia idea, è questa la mia speranza, che per ragioni anagrafiche potrò vedere da vicino, se il buon Dio me lo permetterà. Ci dimenticheremo di Silvio, dei suoi comportamenti, di questa stagione im-politica senza una rotta, senza un perchè, in una degradazione del servizio pubblico che ha colpito anche molte brave persone, provocando un allontanamento che ai più pare insanabile, dell'uomo, del cittadino, delle persone dalla cosa pubblica. Eppure, per quanto dolore abbiamo provato, questo tempo finirà. Portandosi via ogni anomalia, restituendo alla storia il suo giusto fluire.
Ecco, lo volevo dire, l'ho detto.