lunedì 9 agosto 2010

Con questi tuoi occhi



I've seen things you people wouldn't believe. Attack ships on fire off the shoulder of Orion. I watched c-beams glitter in the dark near the Tannhauser Gate. All those moments will be lost in time, like tears in rain. Time to die.

Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da guerra in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti, andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. E' tempo di morire.


Roy Batty (Rutger Hauer) pronuncia queste parole pochi istanti prima di morire, dopo aver combattuto con Rick Deckart (Harrison Ford), poliziotto della squadra speciale Blade Runner, impegnato nel 'ritiro' dei replicanti Nexus-6 che, dalle colonie extra mondo, erano tornati sulla Terra. A spingerli in questa azione suicida era il desiderio di trovare risposta ad alcune domande che si erano posti: Chi siamo? Da dove veniamo? Quanto ci resta ancora da vivere?

I replicanti Nexus-6 erano infatti stati costruiti per lavorare sulle colonie extra mondo e, pertanto, erano dotati di particolare forza e resistenza. Gli scienziati ipotizzavano che, nonostante fossero replicanti, nel giro di breve tempo avrebbero potuto sviluppare emozioni, sentimenti. Avevano pertanto innestato in loro dei 'ricordi', per dare un supporto concreto alla propria 'coscienza' che si andava non solo risvegliando, ma formandosi. Superiori fisicamente all'uomo, per evitare 'complicazioni', erano stati dotati di un termine: dopo 4 anni dall'immissione, sarebbero 'morti'. Il loro rientro sulla Terra è un disperato tentativo di prolungare la propria vita, che hanno imparato ad amare.

Del gruppo di Nexus-6, rientrati clandestinamente sulla Terra dopo aver assaltato una nave e massacrato una trentina di passeggeri, due muoiono cercando di scavalcare una rete elettrificata che protegge il palazzo della Tyrell Corporation, il luogo dove sono stati creati. Deckart, sguinzagliato sulle tracce dei quattro replicanti superstiti, trova e uccide Zhora dopo un lungo inseguimento nella folla. Rachel, la segretaria di Tyrell, una replicante anch'essa, ("un esperimento" come rivela lo stesso Tyrell) uccide Leon mentre questi sta per massacrare Deckart.

Ne restano due: Pris, che viene uccisa da Deckart dopo un combattimento; e Roy Batty, il leader dei replicanti. Batty uccide tutti quelli che gli impediscono di arrivare a Tyrell. Di fronte al suo creatore - che chiama 'padre', in una sorta di parabola del figliol prodigo tutt'altro che redento - chiede se sia possibile tornare indietro, modificando la propria struttura, e prolungare la propria vita. Quando capisce che non vi sono speranze, lo uccide. Tornato nella casa dove aveva trovato rifugio scopre che la sua compagna Pris è morta. Qui inizia la caccia a Rick Deckart, che si concluderà con le parole ricordate all'inizio.

Durante il combattimento Batty ha la meglio. Deckart sta per precipitare nel vuoto ma il replicante, senza una spiegazione, lo salva. E muore, spegnendosi, addormentandosi, chinando il capo senza vita sotto la pioggia. Perchè l'ha salvato? Forse perchè in quel momento in cui sentiva la sua vita sfuggirgli dalle mani - come diceva la voce fuori campo (di Deckart) nel film andato nelle sale nel 1982 - amava la vita più di ogni altra cosa. Non solo la sua, quella di chiunque. E quindi anche quella di Deckart.

Il film di Ridley Scott (1982) tratto dal racconto di Philip K. Dick "Do android dream of electric sheep?" porta con sè, nella cupezza degli scenari disegnati dalla fantasia dell'autore, nell'innumerevole serie di omicidi compiuti, comunque un messaggio positivo. Indipendentemente se siamo Nexus-6 o esseri umani, la domanda sul senso della vita è presente in tutti ed è inestinguibile. E il tempo, che ci viene donato, breve o lungo che sia, deve essere impiegato al meglio. Nel suo ultimo respiro, Batty salva la vita a Deckart e, credo, si redime. Un ultimo atto di pietà e di amore, giunto alla fine del viaggio, capace di riscattare la sua breve, amara, intensa vita.

PS. Mi suggeriscono dalla regia - mia moglie - un'ipotesi davvero affascinante. E se Roy Batty, siccome sapeva che anche Deckart era un replicante, lo lascia in vita per fargli capire bene "cosa si prova a vivere nel terrore"? Ciò, ovviamente, fa cadere nel vuoto tutte le romanticherie di cui sopra. Nessuna redenzione. Nessun atto di pietà. Bensì, una vendetta in piena regola. Servita fredda. Freddissima.